Le grandi manovre nel mondo dell’advertising digitale continuano a ridefinire equilibri e strategie. Nel Digest sull'Online Advertising di ottobre 2025 analizziamo la scelta di Microsoft, che abbandona la propria DSP per affidarsi ad Amazon, aprendo una nuova fase di collaborazione tra i big tech. Approfondiamo poi la partnership globale tra Amazon Ads e Spotify, destinata a rivoluzionare l’advertising audio e video, e le ultime novità di Meta, che testa annunci skippabili su Instagram Reels. Chiude il Digest la nuova guida LinkedIn dedicata alla misurazione delle campagne B2B, con focus su ROI e performance marketing.
A partire dal 28 febbraio 2026 Microsoft chiuderà ufficialmente la propria piattaforma DSP (Demand Side Platform), Microsoft Invest, segnando una svolta significativa nella sua strategia pubblicitaria. Al suo posto, l’azienda ha scelto Amazon DSP come partner preferenziale per la transizione, aprendo nuove opportunità per gli inserzionisti e rafforzando la collaborazione tra due dei più grandi player tecnologici globali.
Un cambio di rotta strategico
La decisione di Microsoft di dismettere Invest non è solo una scelta tecnica, ma rappresenta un riposizionamento strategico verso le sue soluzioni core:
Questi strumenti, sempre più orientati all’intelligenza artificiale e alla conversazione, saranno il fulcro dell’offerta pubblicitaria dell’azienda nei prossimi anni.
La partnership con Amazon DSP è stata definita da Microsoft come una “naturale evoluzione” per gli inserzionisti che cercano scalabilità, performance e trasparenza. Grazie a questa collaborazione, gli advertiser che finora utilizzavano Microsoft Invest potranno migrare le proprie campagne, i dati e i workflow verso Amazon DSP, beneficiando di un ecosistema più ampio.
Vantaggi per gli inserzionisti
Il passaggio ad Amazon DSP offre numerosi vantaggi.
Impatti sul mercato e come avverrà la transizione
Questa mossa ha implicazioni importanti per il mercato dell’advertising digitale.
Per Microsoft, il focus si sposta su prodotti che abilitano pubblicità conversazionale, AI-driven e integrata con i suoi ambienti (es. Bing, Edge, Xbox, LinkedIn). Per Amazon, invece, si tratta di un’ulteriore espansione del proprio dominio nel mondo media, rafforzando la posizione del suo DSP come uno dei più completi e potenti sul mercato.
Microsoft ha assicurato che la transizione sarà gestita in modo fluido, con supporto dedicato per gli advertiser e i publisher coinvolti. L’obiettivo è garantire continuità nelle performance e nella gestione delle campagne, evitando interruzioni o perdite di dati.
Questa attenzione al cliente è fondamentale in un contesto in cui le piattaforme pubblicitarie sono sempre più complesse e integrate. La capacità di migrare senza frizioni diventa un elemento competitivo, soprattutto per brand e agenzie che gestiscono budget consistenti e strategie multicanale.
Conclusioni
La scelta di Microsoft di abbandonare il proprio DSP e affidarsi ad Amazon DSP segna un punto di svolta nel panorama dell’advertising digitale. In un’epoca dominata da AI, dati proprietari e inventory premium, le alleanze strategiche tra tech company diventano il motore dell’innovazione.
Per gli advertiser, questa evoluzione rappresenta una opportunità concreta di accedere a strumenti più avanzati, insight più profondi e risultati più performanti. Per il mercato, è un segnale chiaro: il futuro dell’advertising sarà sempre più guidato dalla collaborazione tra ecosistemi intelligenti.
Amazon Ads e Spotify hanno annunciato una partnership strategica globale che promette di ridefinire il panorama dell’advertising digitale. A partire da ottobre, gli inserzionisti che utilizzano Amazon DSP potranno accedere in modo programmatico all’inventory audio e video in streaming di alta qualità di Spotify, aprendo nuove possibilità di attivazione omnicanale su larga scala.
Un’integrazione che unisce dati e contenuti
Questa collaborazione unisce due asset fondamentali:
L’offerta è già disponibile in nove mercati chiave: Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Germania, Francia, Italia, Spagna, Brasile e Messico. Altri paesi verranno aggiunti nel corso del 2026, ampliando ulteriormente la portata globale dell’iniziativa.
Una svolta per l’advertising omnicanale con maggiore controllo e flessibilità
Grazie a questa integrazione, gli inserzionisti possono ora pianificare e attivare campagne che combinano i contenuti premium di Spotify – come podcast, playlist e video musicali – con l’offerta pubblicitaria di Amazon, inclusa la TV connessa, i dispositivi Fire TV e l’open internet.
Questa sinergia consente una pianificazione olistica, dove audio, video e display si integrano in un’unica strategia coerente, supportata da dati granulari e da tecnologie di automazione basate su intelligenza artificiale.
La partnership offre maggiore controllo e flessibilità nella gestione delle campagne, con la possibilità di personalizzare i messaggi pubblicitari in base al comportamento degli utenti, ai loro interessi e ai momenti di ascolto. Inoltre, gli strumenti di misurazione integrati permettono di valutare l’impatto delle campagne lungo tutto il funnel, dalla brand awareness alla conversione.
Amazon DSP: tecnologia, dati e AI al servizio dell’efficienza
Amazon DSP si conferma come una delle piattaforme più avanzate per l’advertising programmatico. Grazie alla sua tecnologia di camera bianca, consente una collaborazione sicura tra inserzionisti e publisher, preservando la privacy dei dati e migliorando la performance.
L’integrazione con Spotify rafforza ulteriormente la capacità di Amazon DSP di offrire connessioni significative tra brand e consumatori, sfruttando dati diretti e algoritmi di AI per ottimizzare la pianificazione, l’acquisto e la misurazione delle campagne.
Conclusioni
La partnership tra Amazon Ads e Spotify rappresenta una svolta per il mondo dell’advertising digitale. In un’epoca in cui l’attenzione degli utenti è frammentata tra piattaforme e formati, la possibilità di attivare campagne omnicanale basate su dati proprietari e contenuti premium è un vantaggio competitivo cruciale.
Per i brand e le agenzie, questa integrazione offre nuove opportunità di engagement, maggiore efficienza operativa e una visione più completa del customer journey. È il segnale che il futuro dell’advertising sarà sempre più convergente, data-driven e audio-first.
Meta ha iniziato a testare un nuovo formato di annunci skippabili su Instagram Reels. Alcuni utenti hanno notato un countdown seguito da un pulsante “Skip” che consente di tornare al Reel una volta saltato lo spot.
L’obiettivo, spiega un portavoce di Meta, è trovare un equilibrio tra esperienza utente e monetizzazione, permettendo alle persone di scoprire nuovi brand senza interrompere troppo la fruizione dei contenuti.
A differenza di YouTube, tuttavia, Meta non condividerà i ricavi pubblicitari con i creator, mantenendo il controllo sulle entrate generate dai Reels.
Questo test arriva in un momento in cui Instagram rafforza la propria strategia pubblicitaria: dopo gli spot tra un Reel e l’altro e i formati ad break non skippabili lanciati nel 2024, il nuovo formato punta a raccogliere segnali di engagement più autentici, misurando il reale interesse del pubblico.
Secondo il Gartner CMO Spend Survey 2025, i marketer oggi destinano oltre il 30% del budget ai media a pagamento (+10% rispetto al 2024). I social media restano il secondo canale digitale per investimento, e Instagram continua a distinguersi per intento d’acquisto più alto rispetto a Facebook e YouTube.
Come sottolinea Greg Carlucci di Gartner, ogni nuovo formato testato da Meta rappresenta “un’opportunità per migliorare l’esperienza pubblicitaria nel social commerce, adattandola alle nuove abitudini di consumo dei contenuti”.
Anche LinkedIn si muove in direzione della performance, rilasciando una guida ufficiale dedicata alla misurazione delle campagne B2B.
Negli ultimi due anni, il 78% dei CMO ha indicato la dimostrazione del ROI come priorità assoluta, e il 66% deve giustificare la spesa marketing con risultati concreti.
Secondo i dati interni, LinkedIn Ads è oggi la piattaforma con il miglior ROAS del settore (113%), diventando una leva strategica per la lead generation e le campagne ad alto valore.
La guida aiuta i marketer a:
LinkedIn conferma così il proprio ruolo di riferimento per il marketing B2B, dove le aziende non cercano solo clic, ma pipeline commerciali concrete e misurabili.
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