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24 novembre 2025

Ottimizzare un sito di offerte lavoro online: da Google Jobs a ChatGPT

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Il mercato delle offerte di lavoro online è molto competitivo e, con le continue evoluzioni della pagina dei risultati di Google, i siti rischiano di perdere visibilità e di non essere trovati dai candidati.

In questo articolo raccogliamo in modo semplice tutto quello che è davvero utile sapere oggi: come stanno cambiando le ricerche, quali parti della SERP possiamo occupare e quali ottimizzazioni tecniche aiutano a non perdere visibilità.


Come sta cambiando la ricerca del lavoro


La ricerca del lavoro inizia quasi sempre online e, per la maggior parte delle persone, inizia da Google. Il 70% dei candidati usa Google per cercare un impiego e, nell’ultimo anno, quasi la metà ha iniziato ad appoggiarsi anche a strumenti come ChatGPT per scrivere un CV, capire una normativa o prepararsi a un colloquio.

In Italia vengono pubblicati 450–500 mila annunci al mese: significa che il candidato è circondato da tantissime proposte e che la nostra pagina deve essere capace di emergere in mezzo a tutte le altre.


Quali spazi della SERP possiamo occupare


Negli ultimi tre anni la SERP dedicata al lavoro è cambiata più che negli ultimi dieci.

Si è arricchita di diversi elementi e conoscere questi spazi aiuta a capire dove un sito può comparire:

  • Google Jobs: è lo spazio più visibile, che aggrega offerte da portali e agenzie;
  • Job Sites: un carosello che evidenzia alcuni portali di lavoro rilevanti;
  • Snippet informativi: si attivano quando un candidato cerca risposte tipo “come scrivere un CV” o “cosa dire al colloquio”;
  • Risultati organici tradizionali: i normali risultati composti da pagine listing, blog e categorie.
  • AI Overview: riassumono un argomento e includono link a fonti considerate affidabili.

Questi sono tutti “spazi” che possiamo ambire a occupare, ognuno con logiche e requisiti diversi.

Come sfruttare la SEO per intercettare un candidato che cerca lavoro


Per intercettare il candidato non basta avere annunci online, ma bisogna capire cosa cerca e come lo cerca. La maggior parte delle ricerche riguarda offerte di lavoro, altre ricerche, invece, sono più informative.

Il candidato alterna momenti di ricerca molto generici ad altri molto specifici. Un sito deve essere in grado di rispondere in entrambi i casi.


Che caratteristiche devono avere i listati delle offerte di lavoro?


Il primo passo è avere listati chiari: il candidato cerca “offerte di lavoro a Milano”, ma anche “offerte part-time” o “offerte di lavoro a Torino come magazziniere”.

Per questo è utile avere:

  • listati geolocalizzati
  • listati per settore
  • listati per contratto
  • listati per ruolo

La struttura tecnica deve essere semplice: URL leggibili, pagine indicizzabili, paginazione che Google può seguire e una rete di link interni che colleghi città, categorie e ruoli tra loro. In questo modo sia l’utente che Google capiscono che il sito ha tanti contenuti utili e ben organizzati.

La scheda annuncio: perché è decisiva


La scheda annuncio è uno dei punti più importanti, perché spesso è il primo contatto reale con il candidato. Qui dovrebbe trovare tutto ciò che gli serve per capire se candidarsi o meno: ruolo, contratto, sede, disponibilità, descrizione del lavoro e, quando possibile, il salario. Infatti, Google valuta molto la completezza della scheda.

Tutto questo va accompagnato dal markup JobPosting, che serve per comparire su Google Jobs. I campi facoltativi possono fare la differenza quando Google deve scegliere quale versione dell'annuncio mostrare.

Per questo motivo è consigliato impostare una struttura dell’annuncio di lavoro dettagliata, completa e regolata da una gerarchia di tag heading che aiuti Google a capire quali sono le entità semantiche trattate.


Il candidato non cerca solo lavoro: cerca risposte


La ricerca di un nuovo lavoro è un percorso. Il candidato si informa prima di candidarsi: cerca consigli, normative, esempi di CV, spiegazioni sui contratti o indicazioni sui colloqui.

Un sito di offerte non dovrebbe limitarsi agli annunci: aiutare l’utente a rispondere alle sue domande è tanto importante quanto offrirgli nuove posizioni lavorative.

Avere un’area blog dedicata, con articoli semplici e completi, aiuta moltissimo. Non solo intercetta ricerche informative, ma aumenta la fiducia del candidato e fa capire a Google che il sito tratta davvero il tema lavoro in modo approfondito.

Ottimizzare tecnicamente un sito di offerte di lavoro online


Ora che abbiamo definito gli intenti di ricerca principali di un candidato, andiamo a riassumere alcuni punti tecnici più specifichi:

  • Markup JobPosting: indispensabile per Google Jobs. Includere tutti i campi fondamentali e aggiungere quanti campi facoltativi possibili.
  • Sitemap dedicate: è consigliato creare dei file XML distinti per le tipologie di pagine: offerte lavoro, pagine HR/servizi, blog. In questo modo, Google riconosce più velocemente la struttura e gli aggiornamenti.
  • URL univoci e paginazione: ogni annuncio deve avere un indirizzo proprio, stabile e self canonical. Le paginazioni devono anch’esse essere univoche e indicizzabili, al fine di comunicare a Google che il nostro catalogo di offerte è ampio.
  • Gestione annunci scaduti: le pagine di offerta hanno vita breve è necessario comunicare questa informazione all’utente e a Google in modo chiaro con 404, 410 o validThrough.
  • Indexing API: legato alla brevità della vita di un annuncio, Google potrebbe faticare a intercettarli e indicizzabrli prima che scadano. Utilizzare l’indexing tramite API permette di accelerare la pubblicazione, modifica e la rimozione degli annunci.
  • Sito veloce e mobile-first: i candidati navigano da smartphone. Un sito lento perde sia ranking che conversioni, dunque è necessario lavorare sulle performance.

Come farsi trovare anche da ChatGPT e dagli altri motori conversazionali


Oggi i candidati usano ChatGPT, Perplexity o Copilot per molte attività: cercare offerte, riscrivere il CV, capire contratti o normative. Questi strumenti non mostrano semplicemente link: rispondono direttamente alle domande e, quando lo ritengono utile, citano alcune fonti.

Quali sono, quindi, le regole di gioco per la visibilità in questo contesto AI? Tutte le ottimizzazioni citate sopra sono la base fondamentale. Ci sono, però, altre accortezze che hanno valore in un contesto AI:

  • consolidare le entità: le AI ragionano per concetti (entità), non solo parole chiave. Bisogna creare pagine che approfondiscano concetti chiave del mondo lavoro e collegarli tra loro (contratto → normativa → stipendio → ruolo);
  • usare dati strutturati avanzati: non servono solo al posizionamento SEO, ma rendono i contenuti più facilmente “citabili” dall’AI. Per questa ragione, implementare schema markup facoltativi, come FAQpage, About, mainEntityOfPage, danno più contesto all’AI sull’argomento semantico;
  • creare una rete interna solida: i chatbot preferiscono contenuti ben collegati, con topic chiari e una copertura semantica completa;
  • dimostrare E-E-A-T: le AI cercano fonti affidabili, competenti e aggiornate. Per comunicare questo punto alcuni accorgimenti sono: firmare gli articoli con autori, citare fonti ufficiali e aggiorna regolarmente le informazioni;
  • avere una presenza multicanale: più un brand appare online (blog, LinkedIn, YouTube, magazine di settore), più è probabile che l’AI lo riconosca come fonte autorevole.

Per concludere


In conclusione, il modo in cui i candidati cercano lavoro sta cambiando velocemente. La SERP è diventata più ricca, più complessa e sempre più influenzata dall’AI. In questo scenario, un sito di offerte lavoro deve essere completo, veloce, tecnicamente solido e capace di rispondere davvero alle domande del candidato.


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